Storia
LA CITTA' DI OSPEDALETTO D'ALPINOLO
Il Comune di Ospedaletto d'Alpinolo, rientra nel territorio della Comunità Montana del Partenio, del Parco Regionale del Partenio e del bacino montano "Falde Orientali del Partenio". Confina a nord con il Comune di Summonte, ad est con quello di Avellino, a sud e ad ovest con quello di Mercogliano.
Il territorio comunale si estende su una superficie di ha 562,00,00 della quale la parte montana rappresenta circa la metà (ha 276,00,00).
Il centro abitato è sito a m. 725 s.l.m. ed è attraversato dalla strada statale n. 374 Avellino-Cervinara, lo scalo ferroviario più vicino è quello di Avellino ad 11 Km, mentre l'aereoporto è quello di Capodichino di Napoli a 50 Km.
Il paese presenta le seguenti coordinate geografiche: latitudine 40°55'01", longitudine est dal meridiano di Roma (Monte Mario) 2°18'.
RISORSE AMBIENTALI
La quota massima di altitudine è di m. 1.565 in località "Cupitelle o Toppa Cesine" che rappresenta uno dei punti più alti dell'intero massiccio del Partenio. La differenza tra la quota minima e quella massima, rapportata alle limitate proporzioni della zona montana dà immediatamente l'idea della tormentata orografia, eccettuate alcune zone che sono comprese tra il vallone "Acque di Carraro" ed il vallone "Rustichiello" dove dei microclimi influiscono sulla vegetazione rendendola rigogliosa e bella nel suo aspetto ambientale. In tali zone vi sono numerose grotte naturali, poco note agli speleologi, e per questo ancora inesplorate e vari corsi d'acqua sotterranei, di questi, secondo una leggenda locale mai verificata, uno sarebbe di grossa portata e di lungo percorso, tanto da sfociare nel fiume Sarno nei pressi del centro abitato.L'intero patrimonio forestale è tuttora gravato da uso civico, un diritto di origine feudataria sorto all'epoca per soddisfare i primi ed assenziali bisogni della popolazione; tale diritto negli ultimi anni è andato scemando a causa delle mutate condizioni economiche e sociali.
Oggi la popolazione trae la fonte di maggiore impiego da antiche attività di industrie di torrone, che ha da tempo creato una tradizione dolciaria specifica, che non cede per bontà di prodotto alle altre più reclamistiche del meridione e del settentrione d'Italia, e di trasformazione di prodotti agricoli-forestali (nocciuole, castagne). Questa attività in forte crescita sia per la vicinanza del Santuario di Montevergine, sia per la rivalutazione, voluta dal Comune e dalla Comunità Montana del Partenio dell'antico percorso pedonale per il Santuario che inizia proprio dal centro abitato di Ospedaletto, non disgiunto dal tradizionale senso dell'ospitalità della popolazione locale, conferiscono a questo Comune un ruolo determinante nel panorama turistico della provincia di Avellino.
Già nel 1924 troviamo scritto: "Fiorente in modo particolare è l'industria delle castagne e delle nocciuole onde vanno ricordati per una specialità nelle loro diverse manipolazioni. Così il cupeto di Ospedaletto, se non è rivestito di stagnola e racchiuso negli eleganti astucci come il torrone della ditta Sifo e delle altre case beneventane, non è ritenuto per nulla inferiore a quello dei buongustai"
Quanto qui si afferma della presentazione in maniera primitiva del "cupeto" (termine dialettale del torrone), ora è superato, in quanto anche tale presentazione è fatta nella maniera più invitante.
L'articolista continua: "Operosissimi come sono, d'estate si dedicano all'industria del forestiero che frequenta il Santuario; e, certo, sanno sfruttar bene la loro posizione topografica, con ogni risorsa e iniziativa. E le case decorose e nitide, le botteghe rigurgitanti d'ogni ben di Dio che può desiderare anche un cittadino della metropoli, le specialità del paese, messe in mostra quasi in ogni casa e su per le numerose bancarelle, e musiche e luminarie e feste, che si succedono con una frequenza ininterrotta, sono attrattive innegabili per i pellegrini del Partenio, che si trovano nel paese a loro agio, accolti con modi gentili e urbani"
Quando poi si dirada il pellegrinaggio al Santuario e i villeggianti lasciano il loro soggiorno estivo in paese, allora comincia una svolta dell'anno anche per non pochi di questi abitanti. L'articolista non lo ignora quando prosegue: "D'inverno, ritornata la quiete e la calma, buona parte degli abitanti, lascia i penati e, un po' come un popolo nomade, si trasporta in giro per i paesi - dove allarga il commercio dei suoi prodotti, ovunque ricercati".
L'articolista conclude: "Questo popolo per le indomite e felici energie di razza, si afferma per un avvenire sempre più prospero".Naturalmente non poteva mancare il tocco finale: "La sua devozione poi verso il Santuario, mai smentita nel corso dei secoli, e la venerazione per la Madonna di Montevergine, veramente filiale, sono caratteristiche di cui va giustamente orgoglioso e a cui tiene come al suo vanto più bello".
Per descrivere brevemente la ns. città basta citare alcuni scritti di seguito elencati.
La Guida d'Italia ci presenta come: "località di villeggiatura in posizione panoramica".
Più diffuso, ma sempre in forma sintetica, è quanto si legge nel Dizionario enciclopedico dei Comuni d'Italia, dove ci si esprime in questi termini: "Magnifico paese tra castagni cedui e una lussureggiante vegetazione, lontano dalle contese feudali e dedito ai prodotti dei boschi, alla legna e al carbone".
Ma ci sembra molto più interessante una descrizione che troviamo in un raro dizionario della fine del Settecento. Vi si legge: "Ospedaletto, Hospitaletum,Terra nel Regno di Napoli nella Provincia di Principato ultra. Essa giace alle radici di Montevergine su d'un falso piano; ed è così ben fabbricata, che fa meraviglia a chiunque vi capita. Vi sono de' belli palazzi, e delle Famiglie civili assai, e comode. Ha molti Valentuomini, e tra gli altri il celebre D. Gian Paolo Torti"
MUSEI, SITI ARCHEOLOGICI E MONUMENTI
Resti di tombe di epoca pre romana localizzati in condrada Curti ed in località piana. E' in allestimento un museo della civiltà contadina e dell'artigianato locale, riferito in modo particolare alla lavorazione del torrone e delle castagne.
Monumento simbolo del paese è la fontana del Tritone, situata in piazza Demanio (ex p.zza Vittorio Veneto), realizzata agli inizi del '900 dagli scalpellini locali; le acque della fontana provengono da una sorgente locale e sono particolarmente gradevoli. Interessante e meritevole di una visita approfondita è il coro igneo della cappella del SS. Rosario del 1600. Altro monumento simbolo è il "Monumento al Pellegrino", un gruppo statuario di recente costruzione, eseguito su disegno dell'abate virginiano Vignatelli e raffigurante la scena di un pellegrinaggio diretto al Santuario di Montevergine
BREVI CENNI STORICI DI OSPEDALETTO
A differenza di molte città e castelli antichi, che, per la scarsezza dei documenti, oggi non sono più in grado di fissare le loro origini, Ospedaletto può vantarsi di conoscere esattamente la sua nascita nel gennaio del 1178, e di poter avere il documento originale che ne tramanda il ricordo.
La storia del paese è legata a quella del Santuario di Montevergine.
Notevoli furono le vicissitudini che nel corso dei secoli influirono sulla storia del paese, dalle continue lotte con il potente feudatario di Summonte, alle continue distruzioni per incendi e terremoti. La sua storia comunque, camminò sempre di pari passo con quella di Montevergine.
Il casale iniziale, e poi il paese, nasce e si sviluppa in diretta dipendenza da Montevergine, e perciò si pone nel dominio feudale dell'abbazia. Questo casale assunse il nome di "Casale delle Fontanelle". Quando poi fu trasferito presso la Chiesa di Santa Maria del Preposito, assunse la denominazione del "Casale di Santa Maria del Preposito". Ma il nome di Ospedaletto non deriva come nome, né del Casale delle Fontanelle né da quello di Santa Maria del Preposito. L'origine del suo nome provenne dall'Ospedale di San Tommaso.
Sull'ospedale c'è da dire moltissimo, noi diremo solo che esso fu gestito direttamente dai frati, come risulta da un documento del novembre 1184, che ebbe ospiti illustri come Federico II e che la sua funzione essenziale era di far riposare i pellegrini prima di affrontare la salita del monte per far visita al Santuario; dopo molto tempo il casale prese il nome di "Casale dell'Ospedale di Montevergine". La prima volta che troviamo il nome di Casale di Ospedaletto è solo nel 1463, tramite uno strumento notarile.
Abbiamo rivisto solo le origini di questo piccolo centro montanaro, anche se la sua storia è molto affascinante. Oggi Ospedaletto, pur avendo gli stessi confini territoriali, lo sviluppo edilizio ha portato il centro più a monte. Proprio il Monastero, con il suo richiamo spirituale, ha consentito, sin dai tempi più antichi, il commercio e lo scambio con i prodotti del luogo: nocciole e castagne. Solo verso la fine del 1800 si cominciò a diffondere il "copeto", oggi comunemente chiamato torrone; infatti proprio queste antiche tradizioni fanno di Ospedaletto un centro di produzioni artigianali di questi rinomati prodotti.
Il più famoso di questi sono le "castagne ro' prevete", castagne del prete, perché fu proprio un frate a scoprire il processo di cottura particolare, che ancora oggi viene usato anche su scala industriale, che dà particolare sapore a questa golosità che è solo di Ospedaletto